1 MAGGIO: IL LAVORO FORMA L’ITALIA

1 MAGGIO: IL LAVORO FORMA L’ITALIA
Ripartire dall’Art.1 della Costituzione

Le Acli provinciali di Cagliari partecipano alla campagna promossa dalla dirigenza nazionale in occasione della Festa dei Lavoratori.

Il lavoro, come scritto nell’articolo 1 della Costituzione, è il fondamento dell’Italia, e può diventare la chiave per l’uscita dalla crisi e la ripartenza dell’intero Paese.

La Festa dei lavoratori cade quest’anno in una situazione drammatica per il nostro Paese. All’emergenza sanitaria, scandita dai numeri dei morti e dei ricoverati, si sta sommando l’emergenza sociale con centinaia di migliaia di imprese e attività ferme, milioni di lavoratori in cassa integrazione, disoccupati e, soprattutto, nuovi poveri.

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il paese prostrato e sconfitto ritrovò la sua unità intorno alla Carta Costituzionale per iniziare la ricostruzione. Anche oggi c’è la necessità di ripartire dalla nostra Carta fondamentale, proprio dalle sue righe iniziali: è il legame con il lavoro che fonda l’Italia, che dà una forma alla nostra vita quotidiana personale e collettiva.

“Il 1 maggio ci deve far riflettere – dice il presidente di Acli Cagliari Mauro Carta –, anche la Sardegna deve ripensare a un sistema organizzativo socio-economico e del lavoro che ponga la persona al centro di tutto, in un contesto di solidarietà, di cooperazione di comunità. Sarà necessario uno sviluppo solidale ed equo, un diverso rapporto con il tempo e con l’ambiente, un nuovo approccio responsabile e coordinato fra le componenti del sistema economico e soprattutto un processo di integrazione positiva fra pubblico, privato e terzo settore”.

La sfida è quella di intervenire sull’emergenza e progettare il futuro del Paese, gettando le basi per un nuovo piano di crescita e sviluppo. Va fatto un investimento vero sulla scuola e sulla formazione, perché lavoreremo in un contesto mutato e ancora condizionato dall’esistenza del virus. Il mercato del lavoro sta cambiando, proiettato sempre di più verso nuove forme, tra cui lo smart working, come dimostra l’esperienza di questi mesi, e in generale il ruolo della tecnologia, come dimostrano le applicazioni dell’Industria 4.0. In questo contesto dovremo monitorare con attenzione i più deboli e i più fragili. Il distanziamento fisico rischia di trasformarsi in distanziamento economico, poi sociale e infine umano.

Nel 65esimo anniversario dell’istituzione della Festa di san Giuseppe, vogliamo inoltre riappropriarci della sacralità del lavoro, facendo nostre le parole di Papa Francesco: “il lavoro ci unge di dignità, ci rende simili a Dio, che ha lavorato e lavora, agisce sempre; dà la capacità di mantenere sé stessi, la propria famiglia, di contribuire alla crescita della propria Nazione”.

Solo attraverso il lavoro potremo riallacciare i legami delle nostre comunità, rifondare il patto sociale e far ripartire l’Italia. Lo faremo assieme a tutte le organizzazioni che hanno a cuore il destino dei lavoratori, a partire dalle organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl e Uil, di cui condividiamo il documento e la campagna di informazione.

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