Il nuovo sardismo riparte da Sassari illuminato dalla figura di Antoni Simon Mossa, celebrato nel centenario della nascita dal psd’Az con un convegno ricco di contributi intellettuali, svoltosi lungo un’intera mattinata al Palazzo di Città.
L’architetto cosmopolita dalle grandi visioni geopolitiche, risultate attualissime nella lettura dei relatori, che al contrario dei padri fondatori Lussu e Bellieni, i quali giudicarono il popolo sardo immaturo per darsi una propria nazione, continuò a credere nella possibilità, pur lontana, di uno Stato sardo indipendente. Un uomo dalla cultura enciclopedica e dalla creatività frenetica sia nel proprio lavoro che nelle attività culturali e politiche.
Simon Mossa presagì il fallimento della grande industria come modello di sviluppo e sostenne una visione di rinascita dell’Isola fondata sul turismo, sull’agroalimentare e sull’impresa artigiana. Si oppose anche alla costruzione di una Unione europea fondata sulla cessione dei poteri locali e sulla burocrazia, che avrebbe mortificato le realtà marginali, per sostenere la necessità di una Europa dei popoli. Temi dunque attualissimi sui quali si sono soffermati i numerosi relatori. Anche nella propria concezione dell’Architettura, Simon Mossa propose miriadi di progetti di grande modernità ma sempre calati nella cultura e nell’ambiente locale, dove l’opera doveva innanzitutto regolarsi sulla “misura” di chi la abitava. Idee che possono illuminare il cammino verso l’autodeterminazione della Sardegna, che il Psd’az, con le conclusione del Segretario Cristian Solinas rilancia come progetto storico del nuovo Psd’Az.