Sul futuro dell’ex Carcere, solo equilibrismo dialettico e scaricabarile da parte di Campus.

Sul futuro dell’ex Carcere, solo equilibrismo dialettico e scaricabarile da parte di Campus.

Interveniamo nel dibattito che in questi giorni si è aperto sul presunto “affossamento” del progetto del Federal Bulding di Sassari o, se si preferisce, sul progetto di riqualificazione e conseguente restituzione alla collettività degli spazi dell’ex Carcere di S. Sebastiano.

Prima di inoltrarci nella disamina di quanto sta accadendo, sottolineiamo subito che ci ha stupito, per non dire imbarazzato, la naturalezza con la quale il Sindaco Campus accusa il suo predecessore di “superficialità”, o peggio malafede, quando lui stesso è stato campione di superficialità nel gestire una partita così delicata, quanto strategica, per le sorti dell’economia e la qualità del vivere del centro della città (altro che piano Marshall o P.I.N.QU.A.).

Per tornare ai fatti, abbiamo letto increduli le dichiarazioni del Sindaco Campus riportate sulle pagine della Nuova Sardegna del 1 febbraio scorso: “Purtroppo al momento del nostro insediamento – luglio 2019 – ci era già noto che i fondi per realizzare la cittadella giudiziaria erano stati revocati….” datando il passo indietro del Ministero a fine del 2018, quando ancora era in corso l’amministrazione Sanna. Così cercando, più che la ricostruzione dei fatti e la soluzione del problema, di allontanarsi da ogni responsabilità diretta.

Ma lo stupore si tramuta in indignazione quando ricordiamo che abbiamo tutti ascoltato il Sindaco nel corso del Consiglio Comunale del 20 maggio 2021 (agli atti) quando dichiarava che l’Amministrazione Comunale dalla fine del 2018 – e fino a gennaio 2021 – era evidentemente del tutto all’oscuro di quanto si stava decidendo in altri tavoli, spiegando che non poteva essere altrimenti perché, diversamente, lui stesso ne avrebbe trovato traccia nel carteggio passato dalle mani del suo predecessore alle sue.  Quindi, come dichiara lo stesso Campus, sempre nella seduta del 20 maggio 2021, l’Amministrazione apprende del rischio di perdere l’importante finanziamento solo quando il Sindaco riceve per la prima volta notizia nel corso di un informale colloquio telefonico con il Senatore Cucca, che lo metteva in allarme ben quattro mesi prima di quella comunicazione in aula (perciò nel gennaio 2021).

Fatta questa breve ricostruzione dei fatti, ridato senso e valore alle parole, corre l’obbligo ammonire il Sindaco perché, quanto meno dalla riunione del Consiglio Comunale del 20 maggio 2021, avrebbe dovuto assolvere al compito assegnatogli in quell’occasione dall’Assemblea Civica, cioè “porre in essere tutte le azioni necessarie” affinché, sostanzialmente, non venissero interrotte le interlocuzioni con i soggetti finanziatori dell’opera, nonché le attività di progettazione ed riqualificazione dell’ex Carcere S. Sebastiano.

Da quella data in poi, e fino ad oggi, il Sindaco è stato invece semplice spettatore degli eventi, fuggendo dalle proprie responsabilità e, sulla stampa oggi come allora in aula il 20 maggio 2021, sostenendo che il Sindaco di Sassari è ben lontano dall’avere un efficace potere contrattuale nei confronti dei sottoscrittori l’accordo del 2018. Incapace, quindi, di pressarli perché tengono fede agli impegni presi con la città di Sassari.

A tutto questo, aggiungiamo noi che anche prima del 20 maggio 2021 il Sindaco non si è certamente distinto per intraprendenza nel difendere e sostenere l’intero progetto.

Questa Kafkiana situazione alla quale stiamo assistendo si ripercuoterà negativamente, a partire dalla zona ottocentesca, su residenti, commercianti e sui vari fruitori del centro cittadino provocando l’ennesimo e forse più gravoso danno che questa amministrazione abbia mai prodotto da quando ha assunto il governo della città.

Ora bisogna avere struttura politica per tessere relazioni politiche a tutti i livelli, sul piano regionale e nazionale, ed essere all’altezza della situazione per recuperare quanto possibile una situazione che si è ora seriamente complicata, sfruttando il treno che sta passando, costituito dal PNRR.

La verità di questa vicenda sotto il profilo politico, penosa per la città e per quanti speravano – e ancora sperano – nella realizzazione di quest’opera, è solo una: il Sindaco, anche in questo caso, non è stato in grado di svolgere il ruolo di curatore degli interessi della città che gli è proprio.

E la spiegazione per questo disastro è molto semplice. Questo Sindaco si trova in un totale isolamento politico, di conseguenza amministrativo, a causa della natura civica della maggioranza sulla quale troneggia, quindi incapace di tessere relazioni ed intrattenere rapporti istituzionali e sinergie con i governi Regionale e Nazionale. L’unica cosa della quale pare sia capace, mediaticamente efficace quanto fallace ad ogni occasione persa nel corso della sua gestione, è quella di trasferire in capo ad altri, di solito i predecessori, le responsabilità che in primis dovrebbe invece assumere solo lui.

Per questi motivi, sommati ai tanti evidenziati in questi lunghi mesi (parcheggi interrati, gestione dei rifiuti urbani, sviluppo turistico dei litorali della Nurra, Variante al PUC, Suolo pubblico e Dehors, cittadella sanitaria, fondi rete metropolitana, metropolitana di superficie, piani di rigenerazione urbana del centro storico, centro intermodale ecc. ecc.), ci pare giunto il tempo di dire che ora la misura è colma.

Arrivati ormai a quasi tre anni di mandato, con le evidenze che trovano spazio sulle apparenze, viene confermata la precarietà di questa amministrazione che già in occasione della verifica di metà mandato abbiamo denunciato ed argomentato in maniera più ampia.

Se questo è il Sindaco che nel 2019 la maggioranza degli elettori ha scelto di avere, crediamo sia ora arrivato il momento di prendere atto che quello fu un clamoroso errore di valutazione e sperare che altrettanto faccia l’uomo Nanni Campus.

I consiglieri del Gruppo PD

Giuseppe Masala, Fabio Pinna, Giuseppe Mascia e Carla Fundoni

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