Coronavirus, le proposte del Tavolo straordinario delle Attività produttive
A Sassari è stato attivato il Tavolo straordinario delle Attività produttive per fronteggiare l’emergenza economica causata dall’epidemia coronavirus. Una decisione dettata dall’assoluta necessità che i rappresentanti delle istituzioni, degli enti e delle associazioni e delle realtà che operano nel territorio, sia politiche sia economiche, si assumano la guida e la relativa responsabilità e facciano squadra, senza colori né distinzioni politiche, per costruire un progetto di interventi che possano dare futuro al nostro territorio. La cabina di regia, a cui hanno partecipato tutti i parlamentari del territorio, consiglieri regionali di maggioranza e opposizione con il presidente del Consiglio, i capigruppo del Consiglio comunale con il presidente, una rappresentanza della Giunta che ha coordinato i lavori, Camera di Commercio, Confcommercio, Confartigianato, Confindustria, Cia e Coldiretti, si è riunita con lo scopo di elaborare il presente documento da presentare a tutti i livelli di responsabilità politica ed economica.
La proposta è quella di strutturare il programma di azioni su tre livelli, individuando innanzitutto le priorità su cui concentrarsi, anche in virtù dei fondi attualmente a disposizione: uno immediato, uno a medio termine funzionale alla progressiva riapertura delle attività, e infine a lungo termine, per dare stabilità al sistema economico. Azioni mirate alle attività commerciali , produttive e lavoro autonomo.
Nell’immediato si richiedono interventi di liquidità per ristorare le perdite subite dalle aziende e dai professionisti, per definizione non correttamente finanziabili con il ricorso al debito: pertanto un contributo a fondo perduto, immediatamente esigibile ed erogabile a seguito di autocertificazione. Il contributo dovrà essere tarato in funzione delle perdite effettivamente patite dall’operatore economico.
Inoltre è senz’altro necessario un ampliamento delle categorie di immobili in locazione (attualmente solo C1) per le quali è previsto un credito d’imposta sui canoni da estendersi per un periodo di almeno tre mesi dalla riapertura.
Parallelamente si richiedono interventi di liquidità volti a mantenere efficiente la struttura finanziaria degli operatori economici al fine di trovarsi pronta alla ripartenza dell’attività. Sarebbe inoltre auspicabile un allungamento dei termini di moratoria previsti per i mutui e finanziamenti ad almeno dodici mesi con costi calmierati. Alla base delle richieste, la liquidità immediata per le imprese deve essere accompagnata da procedure agili e veloci, con semplificazione delle istruttorie e sospensione di vincoli ed adempimenti imposti anche da norme comunitarie (ad esempio quelle legate al rating o alla responsabilità fiscale e contributiva).
La possibilità di un rinvio, previa riduzione, dell’imposizione fiscale.
Il Tavolo chiede inoltre che sia previsto un fondo di emergenza per gli stagionali e che siano raggiunte dagli aiuti anche categorie oggi escluse, come colf e badanti.
Terza fase infine dovrà essere caratterizzata da interventi volti al rilancio dell’economia, quali contributi agli investimenti privati, sviluppo degli investimenti pubblici, agevolazioni ai consumi, valorizzazione delle produzioni locali, ampia azione di comunicazione e promozione. Al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati nelle tre fasi è necessario: lo smobilizzo immediato dei crediti degli operatori economici nei confronti della pubblica amministrazione; la concessione di una reale assistenza di garanzia dello Stato o della Regione Autonoma della Sardegna alle attività con un ammortamento di almeno 10 anni, anche in sinergia con i consorzi fidi per consentire un effetto moltiplicatore di quanto possa essere messo a disposizione dalle Istituzioni; che vengano riconosciuti alle Autonomie Locali, strumenti volti a liberare capacità di spesa, come l’incremento delle dotazioni del fondo unico regionale e la riduzione dei vincoli previsti per i bilanci (ad esempio la percentuale di accantona mento del fondo crediti di dubbia esigibilità). Infine lo sblocco dei fondi del Piano di Sviluppo Rurale, sblocco dei contributi regionali ai progetti dei C.C.N., utilizzo immediato di quelli Reis, nonché il disbrigo immediato delle pratiche bloccate in Sfirs già pronte a poter erogare le risorse legate al ciclo di programmazione ormai in scadenza.