Mercoledì 6 dicembre, alle ore 16 – presso la sede cagliaritana della Fondazione di Sardegna, in via San Salvatore da Horta 2 – verrà presentato lo studio promosso dalla Fondazione di Sardegna e realizzato dall’Istituto Ixè di Trieste su “La Sardegna: lo stato delle cose fra ‘percepito’ e ossatura reale”.
L’originale studio, che ha richiesto un anno di lavoro, mette a confronto i dati statistici reali sull’andamento della Sardegna con quanto i Sardi pensano e percepiscono. Verrà presentato dal presidente della Fondazione Antonello Cabras, dal presidente di Ixè Roberto Weber e dal ricercatore Istat Roberto Costa.
Di seguito si riporta il testo della premessa al volume che raccoglie i dati dello studio, scritta del presidente della Fondazione di Sardegna:
“La ricerca nasce da una riflessione sul ruolo e la funzione di aiuto ai decisori regionali e nazionali in capo alla missione della Fondazione di Sardegna. Numerose e ricche di analisi, le ricerche sostenute dalla Fondazione si sono succedute nel corso degli anni più recenti da studiosi, ricercatori e dirigenti della pubblica amministrazione finalizzate ad individuare misure ed azioni utili per superare la crisi e promuovere lo sviluppo. Tutto si è sempre ricondotto alla statistica rilevata da dati reali e in nessun caso a come, in generale, dall’universo dei sardi è percepito il vissuto individuale e collettivo. In altri termini, non si era finora studiata nelle sue motivazioni la differenza fra la Sardegna reale e quella che ciascuno sente come vera o desidera per il futuro. L’esigenza di colmare questo vuoto ha promosso questa prima ricerca; l’obiettivo considerato strategico è aumentare il livello di consapevolezza tra coloro che responsabilmente concorrono in vari ruoli a costruire il futuro della Sardegna. L’efficacia dei mezzi di informazione e comunicazione, oggi disponibili, rende ancora più indispensabile offrire quante più informazioni possibili affinché ogni singolo soggetto dotato di sufficienti capacità cognitive sia messo nella condizione di colmare il divario tra realtà e percezione. In definitiva, un contributo utile a rendere meno virtuali e quindi più reali le scelte che in una democrazia matura ogni decisore, sia esso cittadino o dirigente, è chiamato a compiere.”