Carissime, carissimi,
ciò che sta accadendo non ha precedenti nella memoria delle generazioni attualmente viventi, non ha storia. È un contagio che provoca chiusura, paura, rabbia, isolamento e perfino morte. Molti di noi hanno vissuto periodi di emergenza.
Sappiamo di averli superati tenendosi stretti, lavorando gomito a gomito, collaborando. Questa volta non è così: è un’emergenza che sconsiglia il contatto umano, che induce alla solitudine e fa diffidare dell’altro, vissuto come pericolo, da tenere ad una distanza regolata dalla legge. Dobbiamo stare distanti per lottare insieme contro un nemico che non si vede ma che fa sentire i suoi effetti, su di e sul nostro lavoro, sulle nostre aspettative e sul nostro futuro.
Ci rassicura che l’aver sempre sostenuto l’importanza strategica della sanità e del welfare si riveli ora un fatto decisivo: è proprio grazie alla difesa della sanità e del welfare che oggi potremo salvare le vite dei cittadini. Per questo dovremo ringraziare in particolare il personale che opera sul fronte sanitario, oggi in prima linea in questa battaglia.
Grazie anche a voi, cari volontari, dirigenti, operatori e lavoratori e lavoratrici delle Acli, del Caf, del Patronato, di Enaip, del Caa, di altre imprese del nostro sistema, di tutte le associazioni specifiche: grazie di cuore. Avete accettato il rischio di stare in mezzo a tutti, di non venir meno al vostro compito, di portare avanti il lavoro, perfino di immaginare come offrire un miglior servizio.
Ora la situazione cambia ancora, siamo in un’ora particolarmente buia e occorre seguire con attenzione le disposizioni normative per proteggere la vita di tutti.
Non siamo in grado, per ora, di valutare le conseguenze operative di questo blocco. Per questo abbiamo formato un Gruppo di contatto che raccoglierà tutte le informazioni, coordinerà le competenze e le responsabilità, cercherà di definire e perseguire con volontà ogni strada per uscire da questa condizione, salvando il più possibile il nostro lavoro e le persone che lavorano. Noi non ci tiriamo indietro! Con i mezzi e le regole a nostra disposizione, cercheremo di non lasciare nessuno da solo. Anche noi siamo chiamati a fare la nostra parte.
Lo faremo anzitutto da buoni cittadini, ossia rispettando le dure disposizioni che il Governo ha emanato, ma anche cercando di capire come essere concretamente utili nelle nostre comunità.
Sappiamo che questa situazione richiede – come ha scritto il Presidente della Repubblica – coinvolgimento, condivisione, concordia, unità di intenti nell’impegno per sconfiggere il virus. È quello che chiediamo a tutti, è lo stile che serve per uscire quanto prima da questo pericolo. Abbiamo da poco iniziato una quaresima che si è trasformata in una sofferenza reale, in una quarantena della vita sociale e lavorativa che richiede anche la nostra preghiera e tutta la nostra intelligenza per capire come fronteggiare la situazione.
Noi delle Acli ben sappiamo che la vita non è una cosa facile, è fatta dalle cose che accadono ma ancor di più dalle cose che decidiamo di fare quando le cose accadono.
Carissimi, l’Italia – la Repubblica che abbiamo anche noi contribuito a costruire – sta combattendo una battaglia difficile nella quale potremo usare ciò che abbiamo e ciò che siamo per fare la nostra parte. Noi – oggi riuniti in Direzione nazionale, attraverso i mezzi elettronici – vi pensiamo, vi siamo vicini e voi sentiteci vicino.