Saranno concessi in uso gratuito, per un periodo di cinquant’anni, i locali dell’edificio ex Sordomuti di Sassari della Fondazione sassarese Figlie di Maria, alla Fondazione Accademia Casa di Popoli, Culture e Religioni, recentemente costituita per volontà dell’Arcivescovo Gian Franco Saba, per la realizzazione di un centro di alti Studi, interculturale e interreligioso.
Il protocollo è stato siglato nella sede della Curia di Sassari dal presidente Francesco Pigliaru, con il sindaco Nicola Sanna e Mons. Saba, in qualità di membri del Consiglio Direttivo della Fondazione Figlie di Maria.
Il progetto dell’Accademia, promosso dall’Arcidiocesi di Sassari, e in collaborazione con l’Università turritana, intende contribuire alla definizione di un’offerta formativa nel settore della ricerca specialistica e della formazione scientifica di particolare interesse sociale e culturale, così da favorire l’integrazione dei popoli e delle civiltà in una società multietnica, multiculturale e multi religiosa nel contesto europeo e internazionale.
“Oggi più che mai abbiamo bisogno di strutture e infrastrutture materiali e immateriali dedicate al confronto dei popoli e al dialogo internazionale nel Mediterraneo”, ha dichiarato il presidente Francesco Pigliaru. “Sono convinto, da sassarese, che questa città abbia un ruolo importante da giocare come capitale di un territorio più ampio, offendo servizi che si estendono non solo al territorio del Nord-ovest ma anche ai paesi del Mediterraneo. Questo progetto coraggiosamente propone di aprirsi e creare strutture concrete, in una strategia in cui tutti vincono: Sassari perché porta a casa un progetto importante e la Fondazione Figlie di Maria perché acquista una prospettiva, dopo tanti anni di difficoltà”.
“Dopo un anno di confronto, sigliamo questo progetto che porta a uno snodo significativo il dialogo intercorso e incentiva la vocazione originaria della Fondazione Figlie di Maria, sempre legata alla dimensione dell’uomo e della socializzazione – ha spiegato l’Arcivescovo Gian Franco Saba.
“Nel momento in cui la diocesi rielabora il suo patrimonio immobiliare, prevediamo nuovi spazi di dialogo, di ascolto e di investimento sulla persona umana”.